Val Fondillo e Gravare
Itinerario in Val Fondillo nel Parco Nazionale d'Abruzzo. Consigliato per sci alpinismo, backcountry, racchette da neve.
Descrizione itinerario
Escursione di trekking invernale sulle creste del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Ci siamo incamminati sul versante Laziale e più precisamente ai confini tra Lazio e Abruzzo, in località Fondillo di Settefrati, l’itinerario sulle Gravare oggetto di questa escursione è accessibile allo stesso modo anche dal versante abruzzese, proseguendo lungo la strada che da Opi va verso Villetta Barrea sulla destra incontrerete il bivio per la Val Fondillo versante abruzzese.
Come si arriva:
Per arrivare al paese di Settefrati (FR) da Roma o Napoli prendete l’Autostrada del Sole A1 uscita Cassino. Superato Cassino, prendete la SS509 che più avanti diventerà Superstrada Sora-Cassino fino allo svincolo sulla vostra destra indicante Madonna di Canneto, Atina e San Donato V.C. Rimanete ancora sulla SS509 che diventa Via Forca d’Acero, percorrendo la quale si arriva più avanti ad un bivio indicante Settefrati. Dal Parco Nazionale versante abruzzese, in prossimità del paese di Opi si prende la SS Forca d’Acero passando con l’auto tra boschi del parco fino a svalicare sull’altro versante in cui troverete il bivio per Settefrati. Per il Resto d’Abruzzo invece, si arriva ad Avezzano via autostrada per poi prendere la Superstrada Avezzano-Sora passando tutta la Valle Roveto fino ad incontrare, questa volta sulla vostra destra, lo svincolo indicante Madonna di Canneto, Atina e San Donato Val Comino.
L’itinerario:
Arrivati finalmente al paese di Settefrati si prosegue con la macchina in direzione Madonna di Canneto, fin quando sulla sinistra incontrerete una strada sterrata percorribile solo con fuoristrada dove un chiaro segnale di divieto di accesso vi indica che siete arrivati e da qui in poi bisogna salire a piedi. Parcheggiata la macchina farete i primi 8 Km risalendo lo sterrato, alla fine del quale arriverete ad una presa dell’acqua da cui inizia il sentiero vero e proprio. L’ideale sarebbe risparmiarsi questi 8 Km facendosi accompagnare da qualcuno fino alla presa dell’acqua stando attenti a non lasciare le auto su posto per il concreto pericolo di multe della forestale di Atina e non fidatevi di quello che potrebbero dirvi al Comune di Settefrati per l’accessibilità senza problemi, le multe sono dietro l’angolo per segnalazioni dirette. Giunti alla presa dell’acqua, facilmente riconoscibile per il manufatto in cemento armato, inizia il Sentiero Italia nel cui tratto iniziale si presenta come un pratone privo di alberi. Successivamente entrerete in una bella faggeta, il bosco di Macchia Marina,dove comincerete a vedere più chiaramente il segnale bianco e rosso S.I. sugli alberi che vi accompagnerà fino alla fine del bosco. Nel periodo invernale i segnali sono difficilmente individuabili perché segnati su rocce che molto facilmente sono coperte dalla neve. In queste condizioni dovrete fare riferimento esclusivamente al vostro orientamento. Non preoccupatevi perché non sarà difficilissimo districarsi in un percorso dove, anche se non avete più modo di vedere i segnali avrete ben visibili le vette circostanti che vi faranno da riferimento. Attraversato tutto il bosco di Macchia Marina, risalendo la tra le vette di Rocca Altiera 2018 m, Monte Bellaveduta 2061 m e Colle Nero 1991 m, arriverete a scoprire uno degli altopiani carsici più interessanti e spettacolari del parco, il Fondillo di Settefrati. Risalendo tutta la valle tra le innumerevoli doline carsiche si arriva alla Serra delle Gravare, confine fisico che delimita le due regioni Lazio e Abruzzo e dalle cui creste è possibile godere di un panorama unico sul parco. Per capire dove ci troviamo, se ci si affaccia lungo la cresta delle Gravare a oltre 1900 m, si vede la parte nascosta del parco, quella coperta dalle prime montagne quando attraversate in auto il fondo valle da Villetta Barrea a Opi versante Camosciara per intenderci. Dalla sommità delle Gravare vediamo in un solo colpo d’occhio la Camosciara, Val Fondillo versante abruzzese, il Monte Marsicano e gran parte delle vette del parco. Arrivati a questo punto si apre un ventaglio di possibilità escursionistiche, meno impegnative allo sciogliersi delle nevi, poiché la peculiarità del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise è la fittissima e ben segnalata rete di sentieri molto articolati e perfettamente collegati tra loro all’interno dei confini del parco. Un consiglio che vi posso dare, sempre scontato per chi fa escursionismo, è quello di munirvi di una mappa cartacea di tutti i sentieri ed itinerari all’interno dell’area protetta. Il massimo, in questi casi, sarebbe poter camminare per più giorni in modo da farsi una vera idea del motivo per cui questo è uno dei parchi nazionali più belli d’Italia. Spesso l’errore di molti turisti è quello di pensare di vedere il bello di un parco naturalistico dalla strada tra paese e paese rimanendo comodamente seduti in auto, errore che fanno molti turisti che poi tornando a casa esclamando… pensavo fosse meglio. La realtà, che è anche la fortuna delle biodiversità di un parco, è che le bellezze più importanti sono sempre nascoste, celate da boschi e vette e che quindi costano un po’ di sacrificio per ammirarle. Quello che vedete parcheggiando l’auto, come per la famosa Camosciara, è solo una microscopica parte della reale ricchezza che la natura camminando ha da offrirvi. Non vi serve una guida, un GPS o un’attrezzatura tecnica particolare, l’Abruzzo non è il Canada vi serve una buona organizzazione di base, vi serve la voglia di avventura, la determinazione di raggiungere un obiettivo, la voglia di conoscenza che non dovrebbe mai saziare ognuno di noi e poi un po’ di fiato che non guasta mai. A rendervi pienamente soddisfatti ci penserà la natura con quello che vi mostrerà. Buona avventura a tutti.
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